Download Magia e filosofia by Massimo Donà PDF

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Divinità come Osiride e la sua sposa Iside rappresentavano la garanzia di una salvezza sempre possibile. Ogni essere umano si riteneva dotato di elementi variamente spirituali, quali il nome, il ’doppio’ (ka), l’’anima’ (ba), lo ’spirito’ (akh), la ’personalità’ (mana), i quali tutti consentivano di rapportarsi al divino in senso augurale tanto per il singolo individuo quanto per l’intero cosmo e di affrontare con minor timore la morte, momento essenziale della religione magica dell’antichissimo Egitto.

Nella "Terra dei Caldei" Se, nell’antico Egitto, la magia appare strettamente legata a una forma di religione essa stessa magica, e questo rapporto sembra portarci lontano dallo scopo dichiarato di sottolineare la sostanziale identità, sia pure in una indispensabile diversità, tra filosofia /sapienza e magia, il nostro ideale cammino potrà forse apparire meno accidentato se dall’Egitto ci spostiamo all’altra probabile culla della magia: la "Terra dei Caldei", e con questa espressione – rifacendoci agli scrittori greco-romani che spesso non facevano distinzione tra Persiani e Caldei – intendiamo riferirci a tutta la zona mesopotamica, comprendendovi quindi l’antica Persia, dominata dalla figura di Zoroastro, sapiente, sacerdote, soprattutto mago, così come i regni di Babilonia.

Ma la Medea di Euripide non è da meno: fabbricatrice di malefici, giunge a uccidere i propri figli per punire il colpevole Giasone, e forse per distruggere il male che lei stessa ha commesso nelle sue nozze con l’eroe, in un terribile atto di purificazione compiuto sui frutti di quelle nozze. Ma altri casi si possono citare in cui la magia assumeva le fattezze della femminilità. Riti magici e orgiastici venivano praticati dalle Baccanti, le invasate e terribili seguaci di Dioniso. Il dio straniero, l’ultimo a essere ammesso nell’Olimpo greco, porta con sé una potenza primordiale, originaria, che crea scompiglio nel cosmo definito dalla religiosità olimpica.